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Claudio Pasi, Vicepreside dell’IIS Faravelli: “azionamenti fornisce nuovi strumenti per contrastare la dispersione scolastica”

Intervista a Claudio Pasi, vicepreside e docente dell’IIS Faravelli di Stradella (Pavia) in occasione del primo anno di adesione dell’istituto al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità di Fondazione Cariplo.

Quasi dieci anni di lavoro e impegno come docente di sostegno, da tre anni vicepreside dell’IIS Faravelli di Stadella (Pavia), dopo una laurea in storia moderna e contemporanea. Claudio Pasi riassume così i principali risultati ottenuti dal progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità dal punto di vista del corpo docente dell’istituto: “Il progetto ha il pregio di fornire a noi professori nuove strategie e modalità flessibili e adattabili alla singola realtà scolastica, per contrastare la dispersione e il rischio di abbandono precoce”.

Professor Pasi, qual è l’approccio dell’Istituto Faravelli contro la dispersione scolastica?

In passato abbiamo realizzato numerosi progetti trasversali per aumentare il coinvolgimento degli studenti e la loro fidelizzazione nei confronti della scuola, ma prima di azionamenti | Laboratorio di possibilità non erano mai state realizzate iniziative specifiche contro il problema della dispersione. Tra questi progetti trasversali, mi piace ricordare “Exponi le tue idee”, nato in concomitanza con l’Expo 2015 di Milano, che ha contribuito a formare i più giovani al dibattito e alla riflessione critica su argomenti di attualità, anche al di fuori delle tradizionali materie scolastiche. Vorrei ricordare anche il progetto “Orientamento in uscita”, che favorisce il contatto tra aziende del territorio e studenti, nell’ottica di agevolare la loro assunzione nel periodo immediatamente successivo al diploma.

In che misura l’Istituto è interessato dal fenomeno della dispersione scolastica e quali sono, secondo la sua esperienza, le cause principali di questo fenomeno?

La dispersione che ci troviamo ad affrontare è un fenomeno che solo in parte presenta caratteristiche simili a quella affrontata da altri istituti. Se in alcuni casi gioca un ruolo rilevante la fragilità sociale e culturale delle famiglie, soprattutto quelle arrivate da poco in Italia, nondimeno in altri casi sono le aziende locali che portano i nostri studenti ad abbandonare anzitempo gli studi in cambio di un’assunzione immediata. È stato il caso di un mio studente il quale, malgrado fosse in pari con il percorso di studi, alla fine del triennio ha deciso di abbandonare la scuola per accettare un’offerta di lavoro.  Si tratta, questo, di un evento che si verifica molto più spesso di quanto si pensi abitualmente.

Quali sono le aspettative della scuola in merito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità e come quest’ultimo è stato accolto da studenti e insegnanti?

Le aspettative dei docenti sul progetto erano molto alte, soprattutto riguardo all’opportunità di apprendere nuove strategie e modalità per contrastare la dispersione scolastica e il rischio di abbandono precoce. Abbiamo trovato, in questo senso, piena soddisfazione sia per quanto riguarda la qualità dei professionisti coinvolti nel progetto, sia per la flessibilità e adattabilità delle strategie che abbiamo visto applicare con i nostri studenti. Questi ultimi hanno manifestato grande entusiasmo e partecipazione soprattutto in occasione dei workshop riguardanti il viaggio d’istruzione, dove hanno potuto esprimere la propria creatività e sentirsi per la prima volta protagonisti di un evento centrale della loro vita scolastica.

Quali sono i possibili rimedi al problema della dispersione scolastica, oltre a progettualità come quella di azionamenti?

L’urgenza maggiore è quella di sviluppare degli strumenti di comprensione del fenomeno, che ad oggi mancano anche perché manca l’accesso alle informazioni di base che consentirebbero di approfondire nel dettaglio, territorio per territorio, tutti quei piccoli segnali di allarme del rischio di abbandono precoce da parte di un determinato studente o studentessa. Molti dati, infatti, non sono accessibili o non sono agevolmente condivisibili tra i diversi enti che hanno in carico gli studenti a rischio, con la conseguenza che ognuno di noi – istituzioni scolastiche, sanitarie, sociali – vede solo una parte delle criticità che i singoli individui devono affrontare. Al tempo stesso, ritengo che sarebbe utile porre un limite al continuo ricambio dei docenti, che non aiuta i ragazzi più fragili a trovare delle figure di riferimento stabili, e ridurre la rigidità dei programmi scolastici rispetto alle esigenze mutevoli del territorio, aprendo la scuola anche al di fuori dell’abituale orario di lezione.

Quali sono le sue previsioni per il futuro in merito al problema della dispersione scolastica e quali sono gli elementi che possono indurre a un cauto ottimismo?

I finanziamenti ricevuti in questi ultimi anni, a cui si va sommando il sostegno del PNRR, hanno generato un impatto importante e lasciano presupporre un miglioramento nei dati riguardanti la dispersione, perlomeno da qui ai prossimi anni. Eppure, affinché questi risultati possano consolidarsi, è fondamentale rendere strutturali gli interventi e dare la certezza di poter disporre, anche in futuro, di un volume di risorse congrue alle difficoltà da affrontare.

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