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Monica Meroni, dirigente scolastica IC “Daniela Mauro” di Pessano con Bornago: “azionamenti si integra nella nostra offerta formativa”

La testimonianza di Monica Meroni, dirigente scolastica dell’IC “Daniela Mauro” di Pessano con Bornago, tra le scuole aderenti al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità.

Musicologa di formazione, laureata in paleografia e filologia musicale, Monica Meroni ha accumulato una lunga esperienza di insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, prima di diventare dirigente scolastica dell’IC “Daniela Mauro” di Pessano con Bornago a partire dal 30 giugno 2014.

Gran parte della sua carriera professionale è stata dedicata all’Istituto in provincia di Milano, che dal 2023 ha aderito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità: è in questo contesto che abbiamo deciso di intervistarla per raccogliere la sua testimonianza sull’impatto del progetto e sulle molteplici dimensioni del fenomeno della dispersione scolastica, in particolare al di fuori dei grandi centri metropolitani.

Professoressa Meroni, in che misura il suo istituto è interessato al fenomeno della dispersione scolastica?

L’Istituto Daniela Mauro ha una lunga tradizione di contrasto al fenomeno della dispersione, a partire dai tardi anni Ottanta quando sono entrata a far parte del corpo docente dell’istituto. In qualità di professoressa di musica mi sono occupata, allora, delle colonne sonore di un progetto teatrale che era volto al contrasto della dispersione nei confronti di 40 studenti e studentesse considerati a rischio. Negli anni Novanta abbiamo ideato un ulteriore progetto, che prosegue tuttora, che prevede la presenza di uno sportello di supporto psicologico a scuola sia per gli studenti, sia per gli insegnanti: il problema della dispersione ha, tra le sue molteplici cause, anche il burn-out degli insegnanti e il nostro istituto è stato tra i primi a riconoscerlo e attivarsi per contrastarlo.

Quali sono, secondo la sua esperienza, le altre cause di questo fenomeno?

Le cause della dispersione sono molto diverse a seconda dei contesti degli studenti, e per ciascuna di esse è importante predisporre delle azioni mirate. Nei casi degli studenti di origine straniera e con gravi difficoltà linguistiche, o che hanno seguito per anni percorsi di home schooling o che provengono da contesti familiari fragili siamo soliti prevedere dei percorsi di inserimento graduali, accompagnati, paralleli ai percorsi formativi tradizionali. Il momento più critico, per tutti, si verifica nel passaggio ai percorsi di secondo grado: il nostro lavoro si concentra prevalentemente sull’orientamento, anche grazie alle risorse messe a disposizione del PNRR, parlando con gli studenti, le loro famiglie, per consigliare le scuole più inclusive e adatte al percorso individuale di ognuno. Resta la consapevolezza che il contrasto alla dispersione non è un compito che può essere delegato solamente alla scuola.

In che modo il progetto “azionamenti” è stato accolto da studenti e insegnanti del vostro istituto?

La risposta è stata molto positiva sia da parte degli insegnanti, sia da parte degli studenti, che hanno apprezzato molto la professionalità e la serietà degli interventi proposti. “azionamenti” ha avuto il merito di integrarsi molto bene all’interno della nostra offerta formativa e di prevenzione della dispersione, portando in aula storie ed esperienze di professionisti ed esperti che possono stimolare i più giovani e allargare i loro orizzonti.

Quali sono le sue previsioni per il futuro in merito al problema della dispersione scolastica?

Tutto quello che è stato messo in campo dalla scuola negli ultimi anni, anche grazie al supporto fornito dal PNRR, deve avere come obiettivo quello di portare a un cambio della metodologia didattica da parte degli insegnanti, dall’organizzazione della scuola per “ambienti di apprendimento” (dove ogni insegnante ha la sua aula, e sono gli studenti a spostarsi da un luogo all’altro) all’affiancamento per gli studenti in maggior difficoltà. Un cambio di passo deve avvenire anche nella scuola superiore di secondo grado, per ridurre il gap generazionale favorendo contenuti disciplinari e proposte formative vicine al vissuto degli studenti: se gli insegnanti sono messi nelle condizioni di potersi esprimere al meglio, di operare in un ambiente che li stimola alla creatività e allo scambio tra pari, e al contempo li supporta da un punto di vista psicologico, possiamo compiere dei passi avanti nel contrasto a un fenomeno che ha delle conseguenze profonde sulla nostra società, attuale e futura.

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