Dopo oltre 15 anni trascorsi come docente di diritto ed economia in un istituto tecnico di Foggia, Antonio Zito è diventato preside dell’ISS Inveruno nel 2020 ed è stato tra i primi, entusiasti sostenitori del progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità contro la dispersione e l’abbandono scolastico. L’ISS Inveruno è infatti tra i 22 istituti aderenti al progetto ideato da Fondazione Cariplo che, nel corso del prossimo biennio, vedrà due classi del primo anno e due del quarto anno partecipare ad una serie di incontri, talk, laboratori e workshop. L’adesione dell’Istituto al progetto non è un caso visto che lo stesso professor Zito ha le idee molto chiare – come vedremo nel corso di questa intervista – sulle cause della dispersione e su quello che potrebbe essere fatto per prevenire il rischio che i più giovani possano abbandonare anzitempo gli studi. “Penso sia molto importante – afferma – trasmettere a questi giovani il messaggio che, anche nelle condizioni più difficili, c’è sempre la possibilità di riscattarsi e di trovare la propria strada nel mondo”.
Professor Zito, quali sono i progetti contro la dispersione scolastica realizzati dall’ISS Inveruno prima di azionamenti | Laboratorio di possibilità?
Nel corso degli ultimi anni abbiamo affrontato il fenomeno della dispersione scolastica investendo sull’ampliamento dell’offerta formativa – con veri e propri percorsi di educazione civica che hanno visto l’intervento di magistrati, giornalisti, personaggi pubblici e delle istituzioni – e nella presenza stabile di uno sportello di ascolto psicologico. A queste iniziative si sono aggiunti, grazie ai fondi del PNRR, oltre 150 percorsi individuali dedicati al recupero degli studenti a maggior rischio di abbandono. In questo contesto, il progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità di Fondazione Cariplo porta un contributo di grande qualità laddove permette di aiutare i nostri allievi e le nostre allieve a capire meglio se stessi, ad esprimere le proprie competenze e aspirazioni e riflettere con lucidità sul proprio futuro, scolastico e professionale.
In che misura il suo istituto è interessato dal fenomeno della dispersione scolastica, e quali sono secondo la sua esperienza le cause principali di questo fenomeno?
Il fenomeno della dispersione scolastica è per definizione complesso e può essere causato tanto da fattori interni alla scuola quanto da fattori esterni, come un contesto sociale o familiare disagiato. In base alla mia esperienza i giovani che abbandonano anzitempo gli studi sono spesso coloro che vivono in maniera traumatica l’impatto con il primo anno di scuola superiore, insieme a coloro che provengono da altri Paesi e non dispongono di sufficienti competenze linguistiche per seguire con profitto le lezioni. Da ricordare, infine, come il periodo pandemico abbia avuto conseguenze importanti nel coinvolgimento degli studenti nelle attività scolastiche, malgrado la “DAD”, anche negli anni successivi al periodo del lockdown.
Quali sono le aspettative della scuola in merito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità e come quest’ultimo è stato accolto da studenti e insegnanti?
Nel progetto azionamenti vediamo una grande affinità con alcune delle testimonianze e delle storie che i nostri studenti hanno avuto modo di conoscere nel corso degli incontri di educazione civica. In particolare, ci tengo a ricordare la testimonianza di un migrante che ha condiviso la propria storia di riscatto personale come esempio da seguire per non perdersi mai d’animo e di coraggio. Penso sia molto importante, infatti, trasmettere a questi giovani il messaggio che, anche nelle condizioni più difficili, c’è sempre la possibilità di riscattarsi e trovare la propria strada nel mondo.
Quali sono i punti di forza del progetto, e qual è l’impatto che attende di vedere sui giovani?
I punti di forza di azionamenti sono il contatto diretto con storie e realtà imprenditoriali innovative e la prospettiva motivazionale degli interventi. Credo sia molto importante poter avere a disposizione degli imprenditori, degli innovatori, scienziati o artisti capaci di raccontare – usando lo stesso linguaggio dei giovani – quale sia il futuro che li attende una volta usciti dalla scuola, e che possano fungere da esempio per aiutarli a pensare al proprio avvenire in maniera ambiziosa ma anche molto concreta e orientata al proseguimento degli studi o all’ingresso nel mondo del lavoro.
Quali sono i possibili rimedi, oltre ad azionamenti: interventi sul territorio, dialogo con le famiglie, estensione dell’orario scolastico, una maggiore disponibilità di dati…?
Negli ultimi mesi le scuole sono state dotate della figura del docente “orientatore”, che ha il compito di tirare le somme di ciò che accade sul territorio e fornire ai ragazzi delle chiavi di lettura importanti sul proprio futuro. La presenza di questi docenti specializzati e la possibilità di fare esperienze in azienda sono, in questo contesto, molto utili, perché aiutano i ragazzi e le ragazze a sviluppare la capacità di autovalutarsi, e consentono di minimizzare quell’impatto traumatico con il mondo del lavoro che è paragonabile all’impatto inaspettato e traumatico con la scuola superiore. In questo senso, scuole come la nostra possono essere delle vere e proprie “palestre di vita”, per preparare gli studenti a quello che li aspetta al di fuori del microcosmo scolastico.
Quali sono le sue previsioni sul futuro in merito al problema della dispersione, e quale altre soluzioni vorrebbe vedere messe in pratica da qui ai prossimi anni?
Una grande esigenza che ho riscontrato nel corso della mia attività, sia di docente che di preside, è quella espressa da una parte del mondo delle imprese di poter contare su una manodopera qualificata a prescindere dalla sua provenienza geografica e culturale. In questo senso, la scuola può svolgere un vero e proprio servizio sociale, soprattutto sulla direttrice Nord-Sud, favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani diplomati e laureati che potrebbero ricevere dalla prospettiva di maggiori opportunità professionali uno stimolo ulteriore a terminare con successo gli studi.