Laureata in filosofia all’Università Cattolica di Milano e successivamente licenziata in teologia fondamentale presso la Facoltà Teologica Interregionale dell’italia Settentrionale, Valentina Soncini ha insegnato per oltre 30 anni in diversi istituti della Lombardia, diventando nel 2019 dirigente scolastica dell’Istituto di Istruzione Superiore Enzo Ferrari di Monza, tra i primi ad aderire al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità di Fondazione Cariplo contro la dispersione scolastica. “La scuola, insieme ad altri partner e realtà del territorio come Fondazione Cariplo, deve costruire delle “piattaforme” per studenti a rischio dispersione su cui far confluire energie positive” dichiara in occasione della nostra intervista.
Professoressa Soncini, quali sono stati i progetti contro la dispersione scolastica realizzati fino ad oggi dall’Istituto Ferrari prima di azionamenti | Laboratorio di possibilità?
Per sua natura, il nostro istituto è una scuola che cerca di intervenire con più progetti in contemporanea per sostenere la frequenza e il successo scolastico degli studenti. Negli anni scorsi abbiamo aderito, ad esempio, a un “PON” (Piano Operativo Nazionale, NdR) per favorire la socializzazione e contemporaneamente abbiamo avviato dei percorsi finalizzati a sviluppare le soft skill degli studenti, al termine della stagione della pandemia. Inoltre, abbiamo ricevuto il sostegno del PNRR per realizzare azioni mirate contro la dispersione scolastica attraverso il rafforzamento delle competenze di base e la costruzione di percorsi dedicati alle famiglie con altri partner territoriali.
In che misura il suo Istituto è interessato dal fenomeno della dispersione scolastica e quali sono, secondo la sua esperienza, le cause principali di questo fenomeno?
Tutte le scuole sono impegnate attivamente per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, che nel nostro caso si manifesta soprattutto in occasione del secondo e del quarto anno di studi. Nel biennio si evidenziano fragilità accumulate precedentemente. Nel quarto anno pesano le bocciature accumulate in precedenza tanto che alcuni studenti maggiorenni giungono ad abbandonare le lezioni senza dover più chiedere il “permesso” ai genitori. Nei casi riguardanti gli studenti più maturi si instaura, inoltre, una specie di concorrenza tra la scuola e le imprese indipendente dalla nostra volontà: alcuni ragazzi vengono avvicinati dalle aziende con la promessa di un lavoro immediato e di uno stipendio, che in alcuni casi possono convincerli ad abbandonare gli studi per cominciare fin da subito a rendersi autonomi dalla propria famiglia. Una scelta che genera, quasi sempre, un ritorno economico immediato, ma le cui conseguenze negative possono manifestarsi a distanza di tempo quando l’assenza di un diploma si rivela un ostacolo per costruirsi una carriera e crescere ulteriormente dal punto di vista professionale.
Quali sono le aspettative della scuola in merito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità e come quest’ultimo è stato accolto da studenti e insegnanti?
Il progetto è stato accolto favorevolmente in virtù della sua durata biennale che, a mio giudizio, consente di ottenere un impatto di lunga durata e profondo sugli studenti, dosando equamente le energie anche grazie al coinvolgimento dei docenti-tutor nell’organizzazione degli incontri e nella gestione dei rapporti con il team di azionamenti. Per quanto riguarda i docenti, inoltre, ho colto una particolare soddisfazione in occasione dei workshop con gli esperti della Scuola del Viaggio, che hanno portato numerosi stimoli e contributi di valore provenienti dal “mondo esterno”.
Quali sono i possibili rimedi al problema della dispersione scolastica, oltre a progettualità come quella di azionamenti?
Non esiste una ricetta univoca, ma sicuramente la scuola non può farcela da sola. L’apertura al territorio, alla cittadinanza, la creazione di legami e di piattaforme cui i ragazzi possono “aggrapparsi” e su cui far confluire energie positive sono tutti elementi fondamentali. La scuola, in questo senso, dovrebbe poter contare su figure di “middle management” che oggi attualmente non sono previste: docenti, ma anche esperti dediti alla gestione organizzativa, in grado di rispondere ai bisogni di tanti giovani e dei loro problemi sempre più complessi. Al momento risulta difficile organizzare dei percorsi su misura per ciascuno: per questo c’è bisogno di nuove figure intermedie, complementari al lavoro svolto dagli insegnanti.
Quali sono le sue previsioni per il futuro in merito al problema della dispersione scolastica e quali sono gli elementi che possono indurre a un cauto ottimismo?
Il PNRR ha aperto delle strade che potremo percorrere in futuro anche qualora i fondi dovessero venir meno, continuando a valorizzare quelle alleanze con imprese, associazioni e realtà del mondo educativo che abbiamo avuto occasione di creare in questi ultimi mesi. La scuola così come l’ho vissuta io non esiste più: come docenti e dirigenti siamo chiamati a rispondere ai bisogni di oggi, cercando il più possibile di ritagliarci dei momenti di riflessione, ideazione e progettazione senza lasciarci distrarre dalle urgenze del momento.