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Marianna Pavesi, preside dell’IS Fermi di Mantova: “azionamenti rende gli studenti protagonisti” 

Intervista a Marianna Pavesi, dirigente dell’IS Fermi di Mantova, tra gli istituti che hanno aderito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità di Fondazione Cariplo per prevenire il rischio di dispersione e abbandono scolastico.

Laureata in Fisica, dirigente di vari istituti scolastici della provincia, ex-assessore all’istruzione del Comune di Mantova, Marianna Pavesi è attualmente dirigente dell’Istituto Superiore Enrico Fermi, una delle 14 scuole superiori ad aver aderito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità contro la dispersione scolastica, anche in virtù del grande interesse nutrito nei confronti di questa problematica. “La dispersione scolastica è un tema a me molto caro, perché si riconnette a un tema sociale più ampio e che ritengo debba essere affrontato in maniera sistemica”, dichiara in occasione della nostra intervista.

Professoressa Pavesi, quali sono stati i progetti contro la dispersione scolastica realizzati fino ad oggi dall’Istituto Fermi prima di azionamenti | Laboratorio di possibilità? 

La dispersione scolastica fa parte di un tema sociale più ampio, solitamente legato a contesti di disagio sociale, ed è un problema che deve essere affrontato in maniera sistemica. Per questo motivo ho accolto con grande piacere la proposta di Fondazione Cariplo di aderire al progetto “azionamenti”, che va ad aggiungersi e a integrare quella relazione diretta tra i singoli studenti e l’istituzione scolastica che da sempre cerco di coltivare: quando una studentessa o uno studente annunciano il loro ritiro cerco sempre di far loro una telefonata, di parlare con le famiglie, di trovare una soluzione alle difficoltà che stanno incontrando. Purtroppo, questo non sempre è possibile e può capitare di arrivare troppo tardi a gestire situazioni ormai divenute critiche. 

In che misura il suo Istituto è interessato dal fenomeno della dispersione scolastica e quali sono, secondo la sua esperienza, le cause principali di questo fenomeno? 

I dati elaborati dal rapporto Eduscopio della Fondazione Agnelli ci dicono che l’istituto Fermi è in linea con la media generale di settore, ma la nostra esperienza ci ricorda che il rischio di dispersione non va mai sottovalutato. Le motivazioni che possono portare uno studente all’abbandono possono essere tante, tra cui non va dimenticata la mancanza di motivazione personale e di supporto familiare. Un’altra causa da tener presente è quella della scelta, da parte dello studente, di tenere o meno in considerazione i consigli di orientamento ricevuti durante la scuola di primo grado. In alcuni casi, ci siamo trovati ad avere a che fare con studenti che avevano scelto di iscriversi al nostro istituto privilegiando caratteristiche “accessorie” (come la vicinanza a casa, o la presenza del bar interno) senza tenere in dovuta considerazione le proprie attitudini e interessi di studio. Non da ultimi, infine, il contesto culturale di provenienza e le eventuali difficoltà di ordine linguistico. 

Quali sono le aspettative della scuola in merito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità e come quest’ultimo è stato accolto da studenti e insegnanti? 

Il progetto è stato accolto con grande favore da tutto il corpo docente, e personalmente ne apprezzo l’approccio innovativo rispetto al tradizionale modo di “fare scuola”: gli incontri con i professionisti esterni della fase di “ispirazione” e “attivazione” consentono di mostrare agli studenti che cosa c’è fuori dal microcosmo di un’aula, che cosa li attende una volta conseguito il diploma. Un altro aspetto che apprezzo particolarmente è quello di aver previsto dei momenti – come le attività laboratoriali, che si svolgeranno durante il secondo anno di progetto – in cui gli studenti possono diventare protagonisti delle attività loro dedicate, lavorando per raggiungere un obiettivo comune. 

Quali sono i possibili rimedi al problema della dispersione scolastica, oltre a progettualità come quella di azionamenti? 

Le attività extracurriculari, che pure potrebbero avere un ruolo importante nel prevenire ulteriormente il rischio di dispersione, rimangono molto difficili da attivare in mancanza di una forte motivazione da parte dei giovani e delle loro famiglie e della difficoltà di conciliare spesso gli orari di queste attività con quelli dei trasporti pubblici, che nel pomeriggio offrono servizi ridotti rispetto alle esigenze scolastiche. Nella nostra scuola, pur tenendo presente queste criticità, abbiamo incentivato la nascita di veri e propri club degli studenti che, in maniera completamente autogestita, organizzano delle attività in comune potendo usufruire gratuitamente degli spazi scolastici durante le lore pomeridiane. In questo senso, ritengo che la figura del tutor possa diventare un punto di riferimento sempre più importante, per motivare gli studenti a rischio dispersione e organizzare attività su misura per loro, portando contare su più risorse e tempo a disposizione dei docenti ordinari. 

Quali sono le sue previsioni per il futuro in merito al problema della dispersione scolastica e quali sono gli elementi che possono indurre a un cauto ottimismo? 

Se è vero che a livello generale i dati sulla dispersione stanno migliorando anno dopo anno, al tempo stesso emergono altri dati – come quelli sui Neet – che non fanno altrettanto ben sperare. Io nutro una fiducia “smisurata” nei giovani e nelle loro potenzialità, ma forse la nostra società si è dimenticata troppo spesso di loro, ponendoli in secondo piano rispetto ad altre urgenze che riguardavano la società più in generale, come avvenuto in occasione della pandemia. In prospettiva, credo che la riduzione della dispersione dipenderà in misura proporzionale dalla maggiore flessibilità del sistema scolastico stesso: la possibilità di uscire dal percorso intrapreso, di cambiare scuola durante l’anno, di poter accedere a esperienze diverse potranno prevenire il rischio di trovarsi intrappolati all’interno di percorsi di studio di cui non si condivide né il senso, né la destinazione. 

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