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Laura Ceresa, preside dell’I.S.I.S. “Edith Stein” di Gavirate: “azionamenti stimola i giovani a portare avanti una riflessione sul proprio futuro”

Intervista a Laura Ceresa, preside dell’I.S.I.S. “Edith Stein” di Gavirate, tra gli istituti che hanno aderito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità di Fondazione Cariplo per prevenire il rischio di dispersione e abbandono scolastico.

Oltre 20 anni di esperienza come docente in lingua inglese, da sempre in prima linea quando si tratta di affrontare le urgenze e le problematiche della scuola come la dispersione e l’abbandono dei più giovani, Laura Ceresa è al suo decimo anno da dirigente scolastica e al suo quarto da dirigente dell’ISIS “E. Stein” di Gavirate, uno degli istituti aderenti al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità di Fondazione Cariplo.

Professoressa Ceresa, quali sono stati i progetti contro la dispersione scolastica realizzati finora dall’I.S.I.S. Stein prima di azionamenti | Laboratorio di possibilità?

Nel nostro contesto dobbiamo fare i conti con un istituto posto in località decentrata e difficilmente raggiungibile per mancanza di adeguati mezzi di trasporto, il che penalizza particolarmente gli studenti a rischio dispersione. Da qui il nostro impegno con interventi mirati sul recupero delle competenze di base e percorsi di mentoring, anche grazie al supporto fornito dal PNRR. Abbiamo sviluppato una rete con le scuole medie e sostenuto l’organizzazione di interventi con psicologi ed educatori nei confronti di famiglie composte da soggetti fragili, ma ci siamo attivati con realtà esterne per coinvolgere figure professionali interessate a condividere la propria esperienza con i più giovani.

In che misura il suo Istituto è interessato dal fenomeno della dispersione scolastica e quali sono, secondo la sua esperienza, le cause principali di questo fenomeno?

I problemi maggiori si verificano nel secondo anno del percorso di studi, soprattutto a causa delle condizioni socio-economiche delle famiglie che portano alcuni studenti a preferire il lavoro rispetto allo studio nel tempo extrascolastico. A questo si aggiunge un forte disagio psicologico e relazionale, soprattutto quando i giovani devono confrontarsi con una realtà familiare che non li supporta o dove perdurano situazioni di conflitto tra i genitori. La pandemia, infine, ha avuto conseguenze dal punto di vista dell’apprendimento dei più giovani, anche per quanto riguarda le nozioni di base che in condizioni “normali” vengono date per scontate al termine della scuola secondaria di primo grado.

Quali sono le aspettative della scuola in merito al progetto azionamenti | Laboratorio di possibilità e come quest’ultimo è stato accolto da studenti e insegnanti?

Gli studenti hanno dimostrato fin da subito un grande coinvolgimento e partecipazione, in particolare per quanto riguarda gli incontri della fase di ispirazione e le uscite didattiche organizzate insieme agli esperti della Scuola del Viaggio. I docenti hanno partecipato alle attività come previsto, in alcuni casi rendendosi disponibili a un coinvolgimento maggiore rispetto a quelle che magari erano le aspettative iniziali, in virtù della complessità del progetto. A seguito di alcuni riscontri ottenuti dai ragazzi è emerso che alcuni di loro hanno manifestato apertamente la loro sfiducia nei confronti della scuola quale strumento di affermazione nella vita personale e professionale. Ritengo che, anche all’interno di progetto di questo tipo, sia importante trovare tempi, modalità ed esperti professionisti che siamo in grado di condividere delle riflessioni con gli studenti su questo aspetto. L’argomento verrà sicuramente riproposto per una riflessione guidata su questo e altri aspetti centrali nel loro percorso di crescita personale.

Quali sono i possibili rimedi al problema della dispersione scolastica, oltre a progettualità come quella di azionamenti?

Penso che la cosa più importante sia coinvolgere questi ragazzi, favorendo il più possibile il passaggio dalla teoria alla pratica, dallo studio al “saper fare”, in modo da renderli protagonisti del loro percorso di studi. Come corpo docenti lavoriamo molto sul senso di appartenenza per cercare di coinvolgere proprio quei giovani che fanno più fatica di altri a valorizzare le proprie capacità e competenze, pur se non strettamente legate all’ambito scolastico. “Il PNRR, in questo contesto, se ci sta mettendo a dura prova sia per quanto riguarda le incombenze burocratiche, ci sta consentendo di realizzare degli interventi mirati che credo stiano sostenendo alcune ragazze e alcuni ragazzi in modo significativo. Certamente dal punto di vista delle aspettative, che giustamente solleva, abbiamo qualche perplessità: come faremo quando non avremo più a disposizione questi finanziamenti?”

Quali sono le sue previsioni per il futuro in merito al problema della dispersione scolastica e quali sono gli elementi che possono indurre a un cauto ottimismo?

C’è un grande movimento nel nostro settore e nel nostro territorio, dalla promozione degli ITS ai percorsi più classici di apprendistato, anche se questi richiedono un coinvolgimento elevato da parte degli studenti. Al tempo stesso, stanno entrando di ruolo sempre più docenti giovani, motivati, preparati e in grado di creare un legame diretto con gli studenti, soprattutto quelli più in difficoltà. Io penso che sia importante focalizzarsi sui fondamentali, dando a questi giovani delle capacità critiche di interpretazione della realtà, strumenti indispensabili per consentire loro di affrontare la società del futuro.

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